mercoledì 18 novembre 2015

"I nostri 825 anni" - "We are 825 years old"

"I nostri 825 anni" - "We are 825 years old"
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19 novembre 1190 - 19 novembre 2015
19 november 1190 - 19 november 2015

In occasione dell'anniversario con il Decreto Magistrale "Prot.N.19.11.2015 – 30" si emette una nuova versione delle decorazioni dell'Ordine (le decorazioni emesse precedentemente rimangono in vigore)
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On the occasion of the anniversary by the Ministerial Decree "Prot.N.19.11.2015 - 30"  a new version of the decorations of the Order
is issued (the decorations issued previously remain in force)
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Ordine celebre che fu istituito, nel 1190, dal duca Federico di  Svevia, all'assedio di Acre, allo scopo d'aver cura dei crociati malati o feriti.  
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...The new institution was confirmed by one of the German leaders, Duke Frederick of Swabia, on November 19, 1190 and, with the capture of Acre, the founders of the hospital were given a permanent site in the city...
 
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Sovrano Ordine Militare ed Ospitaliero di Santa Maria di Gerusalemme Teutonico Dinastico di Svevia
THE ORDER OF ST. MARIA OF JERUSALEM (TEUTONIC ORDER) OF THE HOUSE OF ANTIOCH AND SVEVIA
www.teutonici.com Engl.: www.swabia-teutonic.org   Albo d'Oro - Roll of Honour

mercoledì 30 settembre 2015

Protocollo d'Intesa


Il Sovrano Ordine Militare ed Ospitaliero di Santa Maria di Gerusalemmedetto Teutonico di Svevia ha firmato un protocollo d'intesa con l'ufficio di Presidenza Nazionale dell'ASSOCIAZIONE RANGER ONLUS, a beneficio della collettività ed il suo habitat.
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Sovrano Ordine Militare ed Ospitaliero di Santa Maria di Gerusalemme Teutonico Dinastico di Svevia
THE ORDER OF ST. MARIA OF JERUSALEM (TEUTONIC ORDER) OF THE HOUSE OF ANTIOCH AND SVEVIA
www.teutonici.com Engl.: www.swabia-teutonic.org   Albo d'Oro - Roll of Honour

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Riceviamo e pubblichiamo.

Ai Presidenti delle Sezioni Provinciali Territoriali;
Ai Tecnici con Incarichi Speciali;
Ai Capi Nuclei Comunali.
Loro Sedi
Si allega alla presente la Locandina di avviso per l'espletamento del Corso di Formazione  " La salvaguardia dei Beni Culturali " che si terrà a Gangi (PA) il 24 e 25/10/2015. Si avverte di prendere contatti, per la partecipazione, con l'Ente gestore del Corso.Si informa altresì che le spese  di partecipazione al Corso sono a carico di chi aderisce.
Il Presidente Nazionale Burgio Lorenzo.


sabato 25 luglio 2015

A proposito dell' A.C. "CAVALIERI DI FEDERICO II - FEDERICIANI"

A proposito dell'  A.C. "CAVALIERI DI FEDERICO II - FEDERICIANI"







Visto che
  • per la divulgazione e la diffusione degli scopi filantropici l'Associazione culturale denominata “Cavalieri di Federico II - Federiciani”  ha aderito e fa parte dell'Ordine Teutonico Dinastico sotto il Gran Maestro S.A.I.R. principe Paolo Francesco Barbaccia degli Hohenstaufen di Svevia (vedi la delibera Assemblea Soci - 17 ottobre 2005 e atto notarile 23 ottobre 2003 - notaio Dott. Zimbone Carlo )
  • il presidente dell'A.C. "CAVALIERI DI FEDERICO II - FEDERICIANI" Salvatore Coco è venuto a mancare
  • la cancelleria dell'Ordine Teutonico Dinastico riceve le richieste di adesione dei membri dell'  A.C. "CAVALIERI DI FEDERICO II - FEDERICIANI" all'Ordine
per diritto "de jure" e " de facto", 
il Gran Maestro dell'Ordine Teutonico S.A.I.R. principe Paolo Francesco Barbaccia Viscardi degli Hohenstaufen di Svevia

delibera

l'adesione del Cavalierato dell'Imperatore FEDERICO II –i "FEDERICIANI" dell'Associazione Culturale "CAVALIERI FEDERICO II – FEDERICIANI" al
Sovrano Ordine Militare ed Ospitaliero di Santa Maria di Gerusalemme Teutonico Dinastico di Svevia
THE ORDER OF ST. MARIA OF JERUSALEM (TEUTONIC ORDER) OF THE HOUSE OF ANTIOCH AND SVEVIA
 

www.teutonici.com  www.swabia-teutonic.org   Albo d'Oro - Roll of Honour

L'ufficiale decreto sarà reso pubblico all'apertura della Cancelleria Magistrale a settembre 2015




domenica 31 maggio 2015

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Gli autentici ARISTOCRATICI non festeggiano questa repubblica, nata dalla guerra civile e dai brogli elettorali, ma, il 2 giugno, rendono omaggio storico alla Monarchia, allo Statuto Albertino, alla nobile figura di Sua Maestà Umberto II di Savoia, ultimo Re d'Italia. 
I veri NOBILI non possono essere democratici repubblicani ma, al contrario, sono sostenitori della superiorità concettuale (filosofica e politica) della meritocrazia e della gerarchia, quindi, delle istituzioni cavalleresche, patrizie, aristocratiche, monarchiche e imperiali.
La Fedeltà, culturale e spirituale, alla Tradizione, cristiana ed europea, ai suoi valori e principi, ed alle legittime Case Sovrane che hanno fatto la storia della nostra Civiltà, sono condizioni essenziali per potere appartenere ad una reale "nuova e antica" ARISTOCRAZIA.

venerdì 15 maggio 2015

"SEPOLCRI IMBIANCATI"




"SEPOLCRI IMBIANCATI"

Dott. Giuseppe Torcivia

" LA RETORICA DELLO STATO DI NECESSITA' HA TRASFORMATO I POLITICI IN "SEPOLCRI IMBIANCATI"
( PAPA FRANCESCO )

In Italia perdura il peso di una crisi economica e della mancanza di lavoro da cui non sappiamo se e quando usciremo.
Ogni giorno vediamo nel nostro Paese sbriciolarsi certezze, un senso diffuso di provvisorietà che pesa sui bilanci e sulle prospettive delle aziende, delle famiglie e dei singoli.
Ci tocca pure vedere i nostri rappresentanti in Parlamento esibirsi con cappi, pesci, lanci di carte e libri, fette di mortadella, crisantemi, arrampicati sui banchi e darsi alla boxe.
Belle immagini, comportamenti esemplari, delizie agli occhi del mondo !!!
Una certa stampa continua ad esaltare la dinamicità, la vitalità, la "giovinezza" dell'attuale dirigenza politica facendoci credere che essa sta risollevando il paese facendoci uscire dalla crisi.
In realtà i dati economici non sono stati mai così disastrosi col debito pubblico e la disoccupazione saliti ai massimi storici. Una persona su otto non riesce a campare.
Da qualche anno non passa giorno senza che l'economista di turno alla TV, alla radio, sui giornali esprima il suo parere sulla fine o meno della crisi.
Quando sapremo se siamo definitivamente usciti dalla recessione, dal tunnel ?
Dicono che è stato visto nelle vetrine di più di un negozio un cartello tragicamente ironico: "Cercasi clienti, anche senza esperienza ".
Non è che con le passerelle quotidiane, con foto, con selfie e annunci a ripetizione serva a molto per invertire o risolvere la permanente crisi.
Alla classe dirigente di oggi una dote però va riconosciuta: sa confondere la realtà meglio degli altri e costruirsi anche consensi.
Stile politico moderno: parlare molto, lanciare annunci e un mare di chiacchiere: " ridurremo le tasse," “faremo", "cresceremo"...
IL TRIONFO DEL NULLA IL NULLA CHE PARLA DEL NIENTE.


Ci troviamo di fronte a ipocriti intolleranti che, dietro una apparenza gradevole, con sorrisi stampati sul viso nascondono la propria vera e negativa natura.
Ci troviamo di fronte ad una personalizzazione estrema del confronto politico ed a forti ambizioni personali. Interessano solo i voti mentre rimangono intatti i privilegi per pochi e le ingiustizie per molti.
Questo è un Paese che vive alla giornata dove le certezze sono sparite.
Lo scorso mese di aprile il Presidente dell'INPS ha dichiarato: " non diciamo ai giovani quanto prenderanno di pensione altrimenti scoppia la rivoluzione sociale ".
Quando sarà presentato il conto ai vari affossatori dell'Italia, a coloro che si sono arricchiti sfruttando il loro stato sociale,a coloro che hanno sbagliato tutte le manovre economiche ?
Chi ripagherà le sofferenze, le privazioni che molti italiani hanno e stanno subendo ?
Un governo affidabile si basa sul concetto di equità e giustizia il contrario segna la fine di uno Stato per mancanza di credibilità e affidabilità.
Siamo un Paese con un debito fuori controllo, una economia nella morsa del fisco, una situazione da paura e questi continuano sempre a parlare a sorridere davanti alle telecamere e alle domande dei vari intervistatori.
Politici che passano per decisionisti ma osserviamo che battono solo i pugni in casa e i tacchi fuori dai confini italiani; sono forti con le categorie sociali deboli e deboli con quelle forti.
Governanti esibizionisti, narcisisti ed egocentrici che in tutte le loro manifestazioni, i loro comportamenti, le loro decisioni sembrano più interessati a far vincere se stessi; di tutto il resto non gliene importa un fico secco.
Narcisismo e esibizionismo sono una miscela micidiale.
Siamo proprio messi male, cadono le braccia,rimaniamo allibiti a leggere le dichiarazioni di un funzionario di polizia: " Le forze dell'ordine non sono in grado di impedire ai black block di danneggiare negozi e incendiare auto ma possono solo CONTENERE i danni" !!!!
Dobbiamo convenire con quelli che hanno scritto che la sicurezza dei cittadini dipende solo e soltanto dalla generosità dei black block ?
Amara disarmante realtà. Che tristezza di Paese è questo !!!
Un Paese così meraviglioso non può essere governato da politici " sepolcri imbiancati ".
Noi amiamo il nostro Paese e vorremmo che il nostro Paese ci ami come noi l'amiamo.
Tutto tace, il silenzio viene interrotto spesso da continui ripetitivi discorsi, enunciazioni, promesse.
Moltissimi elettori da alcuni anni disertano le urne, altri votano scheda bianca.
Sembra tutto fermo, poco si muove, molti protestano, pochi si agitano di più, altri " stanno sereni " a causa del cattivo tempo la Rivoluzione è stata rinviata a data da destinarsi ".
In quel tempo Gesù parlò dicendo: " Guai a voi, scribi e farisei ipocriti ,che assomigliate a sepolcri imbiancati, all'esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume ".
( Dal Vangelo secondo Matteo XXIII : 27 )

martedì 28 aprile 2015

A3 AUTOSTRADA SALERNO-REGGIO CALABRIA LA STORIA INFINITA - ODISSEA QUOTIDIANA




" A3 AUTOSTRADA SALERNO - 
REGGIO CALABRIA
LA STORIA INFINITA - ODISSEA QUOTIDIANA "

Dott. Giuseppe Torcivia


Il Cardinale Renato Martino ( salernitano ) percorrendo la A3 definì il viaggio verso Sud una: " Via Crucis, un'esperienza al limite del sopportabile, un solo interminabile cantiere ".
Cristo si è fermato a Eboli per non prendere la Salerno-Reggio Calabria dice con una battuta ironica Andrea Camilleri.

 Molti hanno sempre detto che questa autostrada avrebbe dovuto seguire il tracciato della ferrovia lungo la costa tirrenica, ma per via delle pressioni politiche, è stato fatto un tracciato assolutamente contorto e pieno di saliscendi " curvoni a gomito " pericolosi e stancanti.
E' anche vero che quando si parla di infrastrutture in questo Paese ci si ferma a Roma.
Da Napoli in giù è terra di nessuno. Ci si accorge del nulla che esiste o dei problemi che esistono soltanto quando milioni di turisti stranieri e italiani si muovono in occasione delle vacanze.
Ecco soltanto in questo periodo va di moda fare notizia ma poi tutto viene dimenticato e la strada rimane così, un calvario continuo.
I residenti del Sud vivono questa odissea ogni giorno.
Qui il problema non è solo dei lavori che durano un'eternità , ma anche le tratte già completate crollano ( vedi il crollo del 2.3.2015 ).
Sono decenni che questa autostrada è un incubo e un perenne cantiere.
Uno dei tanti viaggiatori che percorre spesso la A3 scrive: " Decima tappa: l'arrivo, il calvario è finito, con una sosta all'autogrill di Frassineto ci sono voluti sei ore e 34 minuti alla media di 71 Km/h per percorrere circa 440 Km nel pomeriggio di un giorno " normale in un Paese anormale ".
E' difficile comprendere questo Paese dove vengono annunciate e pubblicizzate grandi opere, ma alla fine molte mai iniziate, pochissime realizzate, parecchie lasciate a metà.
Si comprende invece amaramente che ai cittadini italiani rimane soltanto di pagare imposte e" derivati " ( vedi corruzione ).
SONO PASSATI 50 ANNI dall'avvio dell'opera e se non ricordo male fu inaugurata da Amintore Fanfani.
Da allora sono cambiati decine di governi e più di un ministro ha dichiarato che sulla realizzazione di quest'opera ci avrebbe messo la propria faccia!!!
La Salerno-Reggio Calabria la potremo definire la storia infinita, un cantiere eterno, una strada che è costata una cifra impressionante ai contribuenti italiani e che tuttora non è terminata ed entrata in pieno della sua efficienza.
Quando finiranno gli eterni lavori quel giorno la Salerno-Reggio Calabria avrà bisogno di lavori di adeguamento e quindi ulteriore esborso di denaro pubblico.
Pensare che c'è gente che credeva di fare il ponte sullo stretto quando dopo decenni ancora non è conclusa una autostrada.
Scandaloso siamo il Paese della vergogna.
Se la A3 è stata ideata e in parte costruita per ridurre il gap economico tra Nord e Sud dobbiamo amaramente constatare che la missione dei molti governi succedutosi fino ad oggi è fallita.
Vedremo mai l'opera finita ?
FINO a quando le popolazioni meridionali sopporteranno questo vergognoso scandalo ?
QUANDO la gente del Sud capirà che il vero grande cambiamento dipende solo e soltanto da loro, dalle loro azioni quotidiane, dai loro comportamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, dalle loro scelte politiche ?
QUANDO i meridionali voteranno uomini politici che hanno veramente a cuore il bene della loro terra e non ASCARI PARLAMENTARI ?
Un pensiero va a ADRIAN MIHOLCA, caduto sul lavoro i 3.2.2015 eroe dimenticato da un Paese che aveva scelto per far fortuna. Un tragico incidente, uno dei tanti troppi nei posti di lavoro, che ha visto scaraventato giù sul viadotto per 80 metri insieme al suo piccolo mezzo meccanico.



NOTA : GARZANTI LINGUISTICA
a) ASCARO( st.) soldato indigeno delle colonie italiane di Eritrea e Somalia
b) ASCARI PARLAMENTARI ( spreg.non com.) nel linguaggio politico chi non ha un proprio programma,chi svolge un ruolo da gregario,chi esegue sempre direttive di altri.

venerdì 17 aprile 2015

A proposito dell'identità della donna misteriosa nella tomba di Federico II


Paolo Francesco Barbaccia Viscardi


Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! 
Ma non vi è vera pace senza verità!
Papa Francesco

A proposito dell'identità della donna misteriosa nella tomba di Federico II


C' e' una donna misteriosa nella tomba al fianco di Federico II di Svevia: i due corpi, insieme ad un terzo già' identificato in Pietro D' Aragona, riposano uniti da secoli nel famoso sarcofago di porfido conservato nella cattedrale di Palermo. La scoperta e' stata fatta durante una serie di analisi. Fino ad ora si era creduto che quella salma appartenesse al Duca d'Atene, unito per l' eternità' alle spoglie regali del più' amato sovrano di Sicilia. Adesso tutte le interpretazioni dovranno essere riviste, ed e' facile immaginare la curiosità' che si accentrerà' sulla identità' della sconosciuta. Per il momento, poco si sapeva della donna, eccetto che quasi certamente era di stirpe regale e frequentava la corte sveva. L' altra scoperta degna di nota riguarda la spada di Federico, che si credeva scomparsa, e che invece e' stata individuata dai raggi X, spezzata in due parti, sotto il corpo di Pietro d' Aragona.

A nostro avviso, basandosi sui documenti in nostro possesso e su quelli di dominio pubblico i resti femminili appartengono a Maria Matilde d'Antiochia (“quarta vero uxor” dell'Imperatore /Bartolomeo da Neocastro/), figlia di Boemondo IV Poities e di Melisenta Lusignano di Cipro e Regina di Gerusalemme.

Il periodo studiato da me fu quello che succede alla morte dell'Imperatore Federico II e dei suoi figli: Re Manfredi e Fedeico, Re di Toscana e Principe d'Antiochia, figlio dell'Imperatore Federico II di Svevia e di Maria Matilde, Regina titolare di Gerusalemme e di Cipro, Principessa d'Antiochia.

Alla Morte dell'Imperatore Federico II di Svevia nel 1250 comincio la mattanza dei figli dell'Imperatore da parte di Carlo d'Angio, con il bene placido di Papa Urbano IV (vedi Filippa d'Antiochia, morta misteriosamente a Monte Sant'Arcangelo in Puglia) .

Per fermare l'eccidio dei successori al trono di Federico II e per salvare la vita dei suoi famigliari dal carnefice Carlo d'Angio, Maria Matilde, si rivolse al Papa, di tutta risposta le fu chiesto da Urbano IV di rinunciare al Trono di Gerusalemme e ai vari titoli come quello di Sicilia e della Corona Imperiale.

Maria Matilde cedette al ricatto del sanguinario Angioino e quello del Papa, ma il Re Carlo d'Angio non si fermò.

Maria Matilde mori di vecchiaia nel 1300 cir. a Canosa di Puglia

Pietro II di Sicilia (Catania, 1304 – Calascibetta, 15 agosto 1342) era il figlio primogenito del re di Sicilia, Federico III d'Aragona (figlio maschio terzogenito del re d'Aragona, di Valencia e conte di Barcellona e altre contee catalane, poi anche re di Sicilia, Pietro III il Grande e di Costanza di Sicilia, che era figlia del re di Sicilia Manfredi (figlio illegittimo dell'imperatore Federico II di Svevia) quindi pretendente al trono di Sicilia) e di Eleonora d'Angiò, figlia del re di Napoli, Carlo II d'Angiò e di Maria d'Ungheria), regnò affiancato al padre, Federico III d'Aragona, dal 1321 al 1337, poi da solo sino alla morte.



Fu Pietro II d'Aragona e Re di Sicilia a riunire nella tomba i due Sposi, Maria Matilde Regina di Gerusalemme, di Sicilia e Principessa d'Antiochia, nel 1307 c. con l'Imperatore Federico II.




Paolo Francesco Barbaccia Viscardi

16 aprile 2015

giovedì 9 aprile 2015

PUPI, PUPARI, MASCHERE, MEZZE CALZETTE




"PUPI, PUPARI, MASCHERE, MEZZE CALZETTE"
Dott. Giuseppe Torcivia

" Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita
incontrerai tante maschere e pochi volti "
( Luigi Pirandello).

Questo nostro Paese appare sempre più fermo, senza speranza di miglioramento, sempre più opaco, sempre più arraffa arraffa e magna magna.
Forse qualcosa si muove, una piccola inversione di tendenza c'è, si intravedono alcuni segnali: movimenti e aumenti !!!! Bene, ottima cosa.
Grandi movimenti di navi elicotteri della Marina Militare Italiana e barconi nel Mediterraneo, aumentano gli sbarchi dei clandestini, i morti per annegamento, gli introiti degli scafisti, i disagi e le rivolte nei centri di accoglienza, i furti nelle case,le rapine, gli scippi, aumentano gli ospiti nelle patrie galere, aumentano le tasse, le pance vuote, i fallimenti, i suicidi per la disperazione, aumentano i pupi, pupari, comparse e mezze calzette.

Nel contempo diminuiscono i posti letto negli ospedali, i commissariati di polizia, le stazioni dei carabinieri, le caserme dei vigili del fuoco, diminuiscono i salari, le pensioni, le nascite, i risparmi degli onesti cittadini, le tutele e diritti dei lavoratori conquistati dopo anni di dure lotte sociali, le legittime aspirazioni.
Sembra di rivivere il medioevo con padroni, vassalli, valvassori, valvassini; più o meno culturalmente siamo passati dal medioevo allo stato contemporaneo senza passare per lo stato moderno.
Crediamo di essere in democrazia per il solo fatto che ci mandano a votare.
Quando votiamo crediamo di aver votato bene per un politico, una idea, un programma.
Illusione: il giorno dopo le elezioni tutto cambia e ci accorgiamo che molte volte abbiamo votato solo maschere, macchiette, voltagabbana, pupi; che le idee e i programmi vengono stravolti o completamente annullati dal puparo di turno.
Poi se oltre il 40% degli elettori non va a votare chi se ne frega, l'importante che il manovratore non venga disturbato.
Destra-Sinistra-Centro, la politica si è ridotta a un modo di essere, ad uno stile di vita e ad una mentalità che varia a seconda del partito o del politico per il quale si vota.
Purtroppo le idee contano ormai poco con la politica di oggi.
Sulla scena sempre più marionette e tutte sostituibili in una lotta senza fine in cui il gioco è controllato più in alto.
Il puparo muove i pupi e gli da voce, sentimento, crea suggestioni, da ardore e pathos alle scene epiche che rappresenta.
I pupi da soli sono oggetti di legno buoni a nulla però nell'Opera dei Pupi, durante lo spettacolo, pur vedendosi i fili, gli spettatori talmente si immedesimano, si lasciano trascinare dallo spettacolo e si dimenticano della vera identità dei burattini e della" mano invisibile " che li muove. Il burattinaio sempre dietro il sipario, si gode lo spettacolo, sorride e si sfrega le mani.
In Sicilia, patria di questo spettacolo, talune volte alcuni spettatori presi dalla foga salivano sul palco e prendevano a pedate il povero Gano di Maganza (il cattivo, il traditore per antonomasia).
Il puparo sapendo come sarebbe andata a finire, teneva di scorta altri Gano di Maganza pronti per sostituire quello sfasciato, smembrato. Così e senza problemi lo spettacolo continuava all'infinito.
Sul palcoscenico di questo nostro mondo sono presenti sempre "tutti i pupi" ( secondo una definizione pirandelliana ): quelli che protestano contro le ingiustizie sociali, quelli che sacrificano la propria vita per la difesa della legalità, quelli che protestano contro l'illegalità, gli elettori che si appassionano, approvano, votano disapprovano, condannano, disertano le urne e in mezzo a loro i racconta frottole, marionette, maschere, falsi paladini e i veri pupari che dietro il sipario muovono sempre i fili.
Lo spettacolo continua.

lunedì 16 marzo 2015

QUESTO NOSTRO PAESE IMPAZZITO



"QUESTO NOSTRO PAESE IMPAZZITO"
Dott. Giuseppe Torcivia

La nostra bella Italia sembra diventato un paese dove manca il sentimento e impera il risentimento dove si affievolisce l'altruismo e si accentua l'egoismo, si rifiuta l'ascolto e il dialogo e si valorizza l'arroganza, alla lealtà si preferisce la fedeltà e la sudditanza.
Viviamo in un paese dove pochi portano come esempio Giuseppe Girolamo (qualcuno se lo ricorda ?) il musicista che cedette il suo posto sulla scialuppa della "Concordia " ad un bambino mentre si preferisce inseguire il comandante Schettino, chiedendogli interviste come fosse un eroe, una star.
Siamo nel paese dove il comandante De Falco, si legge sui giornali, viene trasferito ad altro incarico.
Chi si comporta onestamente viene visto con sospetto!!
 Una società che giorno dopo giorno perde la coscienza del bene e del male e la capacità di andare oltre i propri egoismi, indifferente di fronte a tragedie umane dimentica le persone.
I NOSTRI DUE MARO'.
Qualcuno ha scritto che uno dei valori di una democrazia è che si riportino a casa tutti dai "campi di battaglia".
La misura della capacità, della credibilità di uno Stato è data dal modo con cui tratta i suoi cittadini in tutti i luoghi del mondo.
Purtroppo si pensa ad altro e si vedono sul palcoscenico solo personaggi che si sforzano di chiudere una storia che non è tutta da buttare, da rottamare. Tutto quello che a loro può fare ombra o disturba viene combattuto con metodi poco ortodossi; una stretta di mano non ha più valore, la parola data un optional.
Si pensa, si scrive, si discute sul futuro.
Del passato, della storia, delle tradizioni si parla poco e con superficialità direi quasi con fastidio. Non è "moderno" parlarne !!!
Il nostro è diventato un paese dove chi economicamente non dovrebbe lamentarsi riesce a non vivere bene perché non si rassegna a vivere in modo normale e semplice.
Affannati a correre per raggiungere sempre nuovi illusori traguardi, a rincorrere mete irraggiungibili, sogni irrealizzabili.
Vivono male, soffrono della mancanza di notorietà, della mancanza di nuovi successi.
Credono soltanto a se stessi, basano tutto sul proprio benessere.
Le persone, i valori vengono dimenticati, tutto viene ridotto al possesso, all'avere.

Il successo, il denaro, l'arricchimento facile, il lusso, la mondanità diventano il soli obiettivi del loro vivere quotidiano, tutto il resto non conta più nulla.
Non comprendono che vivere una vita sana, normale, senza eccessi di protagonismo resta la ribalta più bella che il destino ci possa regalare.
L'Italia è diventato un paese dove sempre più persone non hanno pari dignità, pari diritti
e dove molti spacciano la solidarietà con la beneficienza, dove i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e il ceto medio in via di estinzione.
I cuori si sono inariditi, gli egoismi sviluppati, l'indifferenza ha conquistato sempre più menti.
Una società dove spesso viene abbandonata la strada dell'etica che è la sola e quella giusta che può dare alle persone oneste l'immagine che meritano.
Gli italiani sembrano preferire solo bravi comunicatori, snobbano o non sanno più distinguere le persone serie e concrete dagli imbonitori e venditori di fumo, non sanno più riconoscere le persone oneste dai truffaldini forse perché stanchi di una brutta gestione del bene pubblico, di una classe politica quotidianamente segnata da scandali, corruzione e malaffare. Hanno smesso di scegliere, di lottare forse anche di pensare.

C'è molta gente che continua a credere alle spacconate, alle "bombe" dei vari mister bomba e dimentica che il male non è soltanto di chi lo fa ma anche di chi, potendo impedire che lo si faccia, non lo impedisce.
Oggi più che mai è attuale e pertinente il monito di Papa Francesco che cita il profeta Geremia:
"CHI CORRE DIETRO AL NULLA DIVENTA LUI STESSO UNA NULLITA'"

sabato 21 febbraio 2015

IL MERCATO DELLE VACCHE CONTINUA


"IL MERCATO DELLE VACCHE CONTINUA"
Dott. Giuseppe Torcivia

Mentre il Presidente Mattarella, appena nominato, pronunciava le sue prime belle e incisive parole: "Il mio pensiero va alle speranze e alle difficoltà dei nostri concittadini" nello stesso momento il pensiero di molti politici era rivolto agli sviluppi della loro carriera a come mantenere la poltrona presente e futura e a barattare il potere conferitogli con il voto con i propri interessi.
Se i treni italiani in servizio per i pendolari si muovessero alla stessa velocità dei parlamentari nostrani nelle varie trasmigrazioni da una parte politica ad altra o da una corrente di partito all'altra, le ferrovie italiane avrebbero il primato mondiale della puntualità e milioni di italiani tutti i giorni arriverebbero al posto di lavoro meno stressati.
Un amico americano mi ricorda sempre che in Italia quello del saltimbanco è un mestiere in via d'estinzione i migliori sono tutti passati alla politica.
Qualcuno scrive perché non chiamare questi passaggi da un partito all'altro con un termine più appropriato transumanza: migrazione stagionale delle greggi e delle mandrie.
Una transumanza continua per mantenere le poltrone e in vista di quelle future perché si tiene famiglia, perché non si vuole tornare a casa, perché non ci si rassegna a perdere emolumenti-diaria-privilegi-pensioni dorate.
Guai ai vinti e quindi corsa a salire sul carro dei vincitori di turno oggi più che mai strapieno di laudatores. Degli antichi romani gli italiani hanno ereditato soprattutto questo spirito.
Un vecchio amico politico mi diceva, con sua grande delusione, che in politica non si hanno amici, ma soltanto compagni di cospirazione.
Questo andazzo, questo comportamento lo si constata tutti i giorni così la distanza tra la politica, politicanti e cittadini diventa sempre più grande.
Le prime parole del Presidente Mattarella, che ho ricordato prima, sembrano dette per accusare e scuotere una buona parte della classe politica.
L'accusa di non avere dato a ben due generazioni la possibilità di una vita serena, di avere creato solo condizioni di precarietà per molti giovani e meno giovani, di non aver creato situazioni di sviluppo, di avere negato la possibilità alle persone di scegliersi liberamente un lavoro, farsi una casa, una famiglia e di poter avere e crescere dei figli, di aver negato la giusta tranquillità ai pensionati, di avere tradito le speranze di un popolo.

Tutti questi voltagabbana per giustificarsi danno motivazioni, le più disparate, ma non incantano più come una volta. La gente si è accorta che costoro vivono in un altro mondo, sempre più italiani capiscono che questi politici da tempo hanno smesso di ascoltare e comprendere la società e di parlare al cuore e alla testa delle persone perché in altre faccende affaccendati.
Questi voltagabbana vanno avanti a minacce e compromessi tra di loro, tra ricatti e controricatti, ritorsioni e controritorsioni infischiandosene degli italiani che si stanno impoverendo sempre di più.
Abbiamo politici pallonari, ammalati di protagonismo, megalomani, spregiudicati,
arroganti,vanitosi sempre alla ricerca delle telecamere, esperti giocatori di poker con
grandi responsabilità che considerano ogni rapporto politico come una corsa in taxi.
Uomini politici pavidi, non con la “U” maiuscola ma quacquaraccà come li definiva Leonardo Sciascia.


Il nostro augurio e la nostra speranza è che il prossimo futuro veda meno parassiti, meno gente che rinnega il proprio passato e cancella il proprio presente; veda meno voltagabbana senza dignità, meno opportunisti, marpioni e furbacchioni e più gente di buona volontà.
Tutto può cambiare, una Italia migliore è possibile, dipende dai cittadini italiani.

"NON E' FACILE LASCIARE LE COSE PRIMA CHE LE COSE CI LASCINO ".
(Gen.Charles De Gaulle)

lunedì 9 febbraio 2015

Ordini Cavallereschi Non Nazionali



LEGITTIMITA' ORDINI NON NAZIONALI - Orientamento Cassazione sugli ordini non nazionali


magnacruce - Dom Dic 19, 11:22:46
Oggetto: Orientamento Cassazione sugli ordini non nazionali

Si riportano le esatte parole della nota Vaticana:

"OLTRE AI PROPRI ORDINI CAVALLERESCHI , LA SANTA SEDE RICONOSCE E TUTELA SOLAMENTE IL SOVRANO ORDINE DI MALTA E L'ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO"

datata giugno 2005

Da quanto scritto si evince chiaramente che quanto riportato in altri forum, molto di parte ed interessati, sono solo falsità e manipolazioni ad arte. Il Vaticano, infatti, ribadisce che controlla ed ha come Ordini suoi questi due citati ma non ha mai detto ne potrebbe dire, essendo uno Stato estero, quali Ordini sono legittimi o meno in Italia.
Alcuni furbacchioni si sono fatti anche pubblicare cose diverse su vari giornali e quotidiani al fine di accreditare loro personalissime ed errate tesi.
La Santa sede non riconosce con quella nota neanche gli Ordini Nazionali come quello italiano, francese etc etc, questo per dimostrare il vero significato della nota.

La legittimità e validità in ITALIA degli Ordini Cavallereschi “ Non Nazionali”
secondo gli insegnamenti della Corte di Cassazione


Con Prefazione del
Prof. LUIGI GIANNETTI – Consigliere di Cassazione

Arti Grafiche LEONE
Nardò 1959

PREFAZIONE

S.E. l’avv. Prof. Renato de Francesco, Presidente di Sezione della Suprema Corte di Cassazione, torna a noi con un commento ad alcune recentissime sentenze pronunciate dalla Corte Suprema di Cassazione della Repubblica Italiana in materia di Ordini Cavallereschi non Nazionali.
Il de Francesco si fa conoscere alcuni anni or sono con un aureo studio di carattere nobiliare genealogico dal titolo “Michele II Angelo-Comneno e la sua discendenza” Casa ed. Ferrari 1950 Roma.
Alcune sue teorie sugli Ordini Cavallereschi, sul concetto di “dinastia” ecc si sono talmente affermate che ormai possiamo dire, non vi è studio o sentenza su questioni nobiliari o cavalleresche che non riportino in tutto o in parte le sue teorie medesime.
S.E. de Francesco, pertanto, non ha bisogno di presentazioni. Quarantotto anni prestati al servizio della Giustizia nella Magistratura Italiana, fin quasi ai supremi fastigi, costituiscono la garanzia massima dell’acutezza, dell’intuito e della precisione giuridica, che contraddistinguono l’esimio magistrato.
Ecco come il primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, S.E. Ernesto Eula, ha giudicato il de Francesco magistrato all’atto del suo collocamento a riposo per limiti di età:

“……..Il saluto viene dal cuore per il sentimento di affettuosa simpatia che è maturato attraverso i rapporti di lavoro, rapporti di comune travaglio, rapporti di amicizia durati per anni, quasi per tutta la vita. Il ringraziamento deriva dal consapevole apprezzamento della Sua opera appassionata fervida fedele ed intelligente, dedicata alla Missione della Giustizia attraverso funzioni varie e tutte delicate, amministrative e giudiziarie; una lunga dritta chiara via che ha avuto il suo degno meritato coronamento con la Sua elevazione alla Magistratura della Suprema Corte, alla quale ha dedicato con fervore e con competenza un’attività apprezzata e meritevole di ogni plauso……..”

Dal de Francesco, quindi, non potevamo attenderci anche questa volta che uno studio sintetico (quasi tacitiano), ma preciso, giuridicamente ineccepibile, chiaro. Pochi commenti ma indovinatissimi. Il De Francesco ha saputo bene mettere il dito sulla piaga, come suole dirsi, ponendo in luce una legislazione difettosa e gli enormi sforzi che sta facendo la Corte Suprema di Cassazione per renderla più aderente allo spirito ed alle libertà costituzionali.

La materia cavalleresca non è mai stata facile a doversi affrontare. Leggi affrettate, spesso imperfette, o, quanto meno, lacunose, talvolta dettate da motivi di ordine contingente e non storico, forse anche politico, hanno bisogno di una intelligente interpretazione da parte della Giustizia affinché il mondo non abbia a criticare la poca maturità democratica del popolo italiano.

Mai come in questa occasione la Magistratura si è dimostrata il vero e prezioso usbergo della libertà disciplinata di un Paese ancora “in fieri”. Le coraggiose, sensate, magnifiche sentenze della Cassazione meritano il plauso di ogni cittadino di alto sentire. Ed è proprio questo plauso che il de Francesco, con i suoi brevi commenti alle sentenze che andrà citando nella sua esposizione, ha inteso rivolgere alla Cassazione.

Prof. LUIGI GIANNETTI
Consigliere
della Suprema Corte di Cassazione
In questi ultimi tempi è ritornata all’onore della cronaca quotidiana la “vexata quaestio” degli Ordini Cavallereschi, che, da qualche anno, sembrava ormai sopita dopo la emanazione della legge 3.3.1951 n. 178. Cosa prevedibile, del resto, poiché la imperfetta formulazione giuridica della legge medesima non poteva che portare a una serie di controversie di carattere giudiziario.
Nell’immediato dopoguerra, com’è noto, sono sorti in Italia una quantità di ordini cavallereschi. La inflazione di distinzioni onorifiche nel nostro Paese impressionò sia il Vaticano che il nostro Governo, preoccupati soprattutto della difesa degli Ordini della Santa Sede, di quelli nazionali, dell’Ordine di malta e di quello del Santo Sepolcro. Dopo una laboriosa vicenda legislativa fu promulgata una legge , l’unica della specie in tutto il mondo, che stringeva esageratamente i freni in materia di distinzioni onorifiche, giungendo laddove mai era giunto neppure il vecchio regime monarchico, per la verità assai più largo e più democratico in fatto di Ordini Cavallereschi non statuali.
La legge 3.3.1951 stabilì, con l’art. 7, che: “ i cittadini italiani non possono usare nel territorio della Repubblica onorificenze e distinzioni cavalleresche loro conferite da Ordini non nazionali o da Stati esteri, se non autorizzati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Affari Esteri”.
Con il successivo art. 8 si dispose. “ salvo rimanendo il disposto dell’art. 7 è vietato il conferimento di onorificenze, decorazioni, e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni, e privati”, conferimento che, come venne spiegato poi nell’art. 9 si intende vietato anche quando sia avvenuto all’estero.
La legge rappresentò un colpo di maglio potente, che se colpì Ordini poco seri nati solamente per fini speculativi o truffaldini, finì, per colpire tuttavia anche Ordini secolari, fondati su costituzioni severe, con un fondamento di religione e di beneficenza fuori da ogni discussione.
Le pubbliche autorità, sotto la spinta di istruzioni piuttosto severe, cominciarono una vera e propria caccia spietata a tutti gli Ordini, il che purtroppo fece passare l’Italia nel novero delle nazioni meno democratiche.
Probabilmente non si era compreso che terminato il fuoco d’artificio e i suoi primi entusiasmi, il popolo italiano avrebbe saputo sceverare il buono dal cattivo da sé, come del resto era già avvenuto in Francia, in Inghilterra ed in altre Nazioni Europee perfino a regime monarchico, col gettare il ridicolo sulle istituzioni cavalleresche nate solo per fini speculativi, e col dare invece impulso naturale a quelle sorte o riesumate per scopi altamente sociali.
Si commise, invece, l’errore di parlare di Ordini legittimi e non legittimi, veri o non veri, antichi e moderni, in una sarabanda che sconcertò l’uomo della strada e fuorviò perfino il legislatore, pressato da una campagna di stampa più o meno giusta.
L’araldo di tale campagna fu il Vaticano il quale, preoccupato senza dubbio della diminuita importanza dei propri Ordini e di quello di Malta e del Santo Sepolcro, gettò l’ostracismo contro tutti gli Ordini Cavallereschi esistenti in Italia, non statuali, e su un’infinità di ordini esteri. Chiamandoli falsi ed illegittimi. Così facendo, il Vaticano, commise un errore giuridico, giacché non è possibile chiamare illegittima o falsa una associazione cavalleresca, anche se nata oggi, che sia stata regolarmente costituita con atto notarile o le cui costituzioni siano state registrate secondo le leggi.. D’altra parte anche gli Ordini “cosiddetti riconosciuti” ma non statuali (come ad esempio l’Ordine di Malta) come sono nati? In un non lontano passato un gruppo di valorosi e pii cavalieri si riunirono in associazione, si dettero delle costituzioni e iniziarono una gloriosa tradizione di bene e di religione che ha dato fama e decoro nei secoli all’Ordine stesso.
Ma, fino a prova contraria, anche l’Ordine di Malta ha avuto una data di nascita né ad alcuno venne mai in mente nei primi tempi della sua vita, di chiamarlo ordine illegittimo o falso. Si potrà, quindi, parlare di Ordini non riconosciuti ma non di Ordini falsi. Di ciò parlerò ancora.
L’equivoco giuridico nel quale cadde il Vaticano fece risentire i suoi effetti anche sullo Stato Italiano, il quale non volle essere da meno ed emanò la citata legge, che non ha precedenti, come già scritto, nella storia legislativa del mondo intero. Quale conseguenza il Ministero degli Esteri d’Italia diramò a tutte le nostre rappresentanze diplomatiche una nota verbale, con la quale praticamente si dava ad esse mandato di “perseguitare” gli Ordini Cavallereschi anche all’estero, facendo un lungo elenco di Ordini, definiti falsi ed illegittimi. In tal modo però il nostro Ministero, e quindi la Nazione Italiana, finiva per ingerirsi nella vita di libere istituzioni cavalleresche, araldiche e nobiliari, che avevano sede giuridica e legale in Paesi Esteri.
Ma, come era da prevedersi, la maggior parte dei paesi non gradì tale ingerenza, tanto che, quasi per reazione, molti Governi inondarono di riconoscimenti vari le sopra specificate istituzioni di cavalleria, che tanto bene spargevano intorno a se nell’interesse della società.
Così molti Paesi Esteri, purtroppo per noi, ci dettero una lezione di altissima civiltà democratica. Ci auguriamo che tali lezioni siano state apprese perché l’Italia è stata sempre maestra di diritto e di civiltà e non può ora abbassare il suo preclaro livello perdendosi in simili quisquilie.

Purtroppo, “ dura lex, sed lex “: Il legislatore ha sempre ragione e i cittadini convinti o no, contenti o scontenti, sono obbligati a rispettare la legge, anche la più severa, almeno nel territorio italiano.
Però, come era facile prevedere, poiché la suddetta legge non si reggeva su presupposti giuridici veramente sentiti nei secoli ma aveva un carattere contingente, presentò dei punti di infelice formulazione, tali da aprire la stura ad una infinità di processi, la maggior parte dei quali non favorevoli alla tesi eccessivamente restrittiva dello Stato né alla tesi degli organi vaticani.
Il che è ovvio. Laddove manca la legge, supplisce, con la sua equità, il proprio equilibrio, con la millenaria esperienza, con la probità e con la serietà, la Magistratura. Anzi, in Italia, abbiamo la fortuna di possedere, è un giudizio dei Paesi esteri questo, una della migliori magistrature del mondo, tra le più preparate.
Tornando al fatto essenziale, dirò che la legge 3.3.1951 ha usato perfino una formulazione erronea, giuridicamente parlando.


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Segue una lunga e dottissima disquisizione sugli ordini cavallereschi ed equestri e
sulla loro distinzione in Nazionali, Non Nazionali ed esteri ed ancora una volta equipara
l’Ordine si S. Brigida a quello di Malta.
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L’Ordine suddetto (di S. Brigida n.d.r.) fatto oggetto di molti attacchi forse per l’invidia originata dall’importanza da esso assunta nel mondo, è stato di recente riconosciuto dalla Magistratura.
Il Tribunale Penale di Benevento, sez. 2^, nella sentenza n. 172/1957 R.G. e n. 187/1958 registro Sentenze, in data 15 aprile 1958, a proposito del conte Vincenzo Abbate de Castello Orléans e del suo Ordine, così scrive testualmente:
“ Questi (il conte Abbate) è realmente Generale Gran Maestro dell’Ordine Militare di S. Brigida di Svezia; e lo è per diritto ereditario, in quanto l’Ordine, che è di origine remotissima, come da documenti e pubblicazioni esibite, venne riesumato nel 1859 dal nonno dell’odierno imputato, conte Vincenzo Abbate senior. La difesa ha esibito, fra l’altro, un verbale di deposito di documenti redatto dal Notaio Cav. Attilio Marino nel 1929, e cioè in epoca non sospetta, e fra i documenti depositati v’erano le Costituzioni dell’Ordine. Ha esibito, altresì, una fotografia di Francesco II, ultimo Re delle Due Sicilie, recante dedica al detto conte Abbate, dalla quale risulta che anche detto Sovrano era membro dell’Ordine Brigidiano.
E’ evidente che non si tratta di uno dei tanti ordini fasulli, pullulanti dopo l’avvento della Repubblica, per ingannare la dabbenaggine di tanti cittadini che non sapevano rinunciare alla parvenza di una croce di Cavaliere…..Interessa all’Abbate far stabilire, ma il collegio si può esimere dal compito di indagare dopo aver raggiunto il risultato di cui innanzi, se l’Ordine di che trattasi debba annoverarsi fra gli Ordini privati, aboliti dalla legge, o fra gli Ordini non nazionali, le cui onorificenze, conferite all’estero, possono essere portate in Italia, previa autorizzazione. La tesi dell’Abbate ha moltissimi punti a suo favore ma il Collegio non può attardarsi in un esame del genere, superfluo ai fini della decisione della presente causa”.

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ARTICOLO TRATTO DAL SITO UFFICIALE DELL'ORDINE