lunedì 28 marzo 2011

Strategia globale, chiare volontà politiche

"LA VOCE DELLA TOSCANA"

"COMPORTAMENTI ESEMPLARI E INTERVENTI MIRATI "


Dott. Giuseppe Torcivia


Il continuo aumento degli immigrati rende difficile ed esplosiva la situazione nelle nostre isole e nelle nostre città

Nel nostro Paese c'è uno stato d'animo di evidente esasperazione per microconflittualità, delinquenza, per il disordine, per l'immagine da Terzo mondo che danno molte strade e zone di periferia delle città. Si ha la sensazione che la gente viva in una situazione di scarsa tutela.

La situazione nelle città, grandi o piccole, è sempre tesa e a mantenere l'allarme contribuisce un insieme di piccoli e grandi spiacevoli episodi, di violenze, di insofferenze. In tutte è in atto una vera e propria escalation della violenza e della intolleranza; sembra che la certezza del diritto in molte zone del paese non sia più garantita da tempo.

L'Italia è divenuta la terra promessa dei poveri del mondo e terreno di "caccia" e di "conquista" di personaggi di tutte le risme. Il nostro Paese è sempre stato "invaso" pacificamente da milioni di turisti, oggi è sempre più invaso da poveri disgraziati che cercano un lavoro qualsiasi da noi, da vagabondi, accattoni, da veri o falsi perseguitati politici, da prostitute, da sbandati.

Uno stato democratico deve garantire libertà di movimento a tutti, ma SOPRATTUTTO HA UN DOVERE SUPREMO:GARANTIRE LA SICUREZZA E IL BENESSERE DEI PROPRI CITTADINI.

Un piatto di minestra, un pezzo di pane non si può negare a nessuno, ma non si può promettere a tutti, cittadini e immigrati:case, posti letto negli ospedali, lavoro, quando queste cose sono insufficienti già da ora.

In questo modo si fa soltanto del populismo e della demagogia. Non si può dividere una casa , un posto letto in ospedale o un lavoro. Non si possono assegnare o riservare, come fanno o deliberano alcune amministrazioni comunali, aree attrezzate e rifornite di acqua, luce e servizi igienici a gruppi di nomadi e sbandati vari, quando in molte nostre città la gente non sa cosa sia verde pubblico attrezzato o" spazi riservati" al pubblico. Sappiamo benissimo tutti quanti che ci sono cittadini di questo nostro Paese che vivono ancora in case malsane senza acqua, senza luce, prive delle primarie strutture igieniche.

Non si può promettere a tutti gli immigrati una sistemazione, un lavoro che difficilmente potranno avere. E' inconcepibile, é pericoloso aprire le porte a tutti perchè le nostre città non sono e non saranno in grado di assorbirli mentre scoppiano sotto il peso di numerosi problemi.

In questo modo si alimenta una conflittualità permanente, una guerra tra poveri dagli sviluppi imprevedibili.

Un detto cinese recita : se uno ha fame non dargli un pesce ma insegnagli a pescare.

Questo devono fare l'Italia e i governi europei e del mondo: dare una mano di aiuto concreto ai poveri, portare tecnologia, mezzi, istruirli e coordinarli nei loro paesi. L'elemosina non serve, offende la dignità delle persone, mortifica ed annulla la loro capacità di fare. Aiutarli in tutti i campi perchè tanta gente in giro per il mondo possa avere la possibilità di una vita dignitosa nel proprio paese d'origine.

L'industrializzazione, lo sviluppo di questi territori, la soluzione di annosi problemi, alla lunga produrranno indubbi benefici alla comunità internazionale. Si avranno meno conflitti e tensioni; potrà essere garantito un migliore equilibrio economico; milioni di emarginati saranno inseriti nel circuito del mondo del lavoro; risorse materiali ed umane, attualmente trascurate e non valorizzate, potranno essere utilizzate.

Le forze dell'ordine sono impegnate 24 su 24 ore su tutti i fronti, ma sembra che il loro sforzo non sia adeguato alla ampiezza del fenomeno. Mancanza di mezzi, di strutture adeguate e di uomini forse rendono difficile e poco incisivo il compito loro assegnato e meno efficace il controllo del territorio.

Comunque si sbaglia se si affida la soluzione del problema soltanto ad una operazione di polizia , o a interventi isolati, o semplicemente allo spostamento di masse di immigrati da una isoletta ad un "villaggio della solidarietà".

Quel che occorre è una strategia globale, chiare volontà politiche, un impegno serio e coordinato del governo centrale con le amministrazioni locali e regionali e con i governi degli altri paesi europei e del mondo.

venerdì 11 marzo 2011

150 anni... "per fortuna o purtroppo"...?


Il telegramma a nome del Presidente Sandro Pertini mandatomi dalla Sig.ra Diana Ruggi, sua Segretaria PERTICOLARE, (un errore di battitura che mi fa sorridere perchè fa un richiamo al cognome del Presidente) mi fu consegnato alle ore 8.00 del 12 marzo 1981 - precisamente 30 anni fa. Oltre a "tanto cortesi espressioni" per le quali mi ringraziava il Presidente, nella lettera che gli mandai c'era una domanda ben precisa relativa al terremoto dell'Irpinia che si potrebbe sintetizzare così:

Caro Sig.Presidente, è ammirevole il Suo coraggio di dire -

"E se vi è qualcuno che ha speculato, io chiedo: costui è in carcere, come dovrebbe essere in carcere? Perché l'infamia maggiore, per me, è quella di speculare sulle disgrazie altrui. " -

Ma non ha paura che Le tappino la bocca? "

Mandandogli la mia lettera non intendevo ricevere una risposta, gli avevo fatto una domanda retorica. Tanto meno mi sarei visto svegliato dal telegramma così PERTIcolare a una mia domanda abbastanza imPERTInente (il Presidente era solito a scherzare con il suo cognome).

Ora sappiamo dire perché Sandro Pertini era il "presidente più amato dagli italiani": tra tanti pregi aveva il coraggio di denunciare gli errori e ammettere i mali fatti.

Diceva di lui Indro Montanelli: «Non è necessario essere socialisti per amare e stimare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità.»

Questa mia riflessione è nata al seguito dello straordinario contributo di Roberto Benigni durante l'ultimo Festival di Sanremo.


Sono stato magnetizzato dal suo raccontare il Risorgimento, dalla storia dell'inno nazionale desiderando che l'incanto non finisse mai. Per quasi un'ora mi sono sentito uno studente davanti al Maestro virtuoso, permettendogli di rapire la mia immaginazione, teletrasportandola nella favola risorgimentale. Per quasi un ora Benigni ha manipolato con il mio naturale senso di patriottismo, regalandomi l'immagine dell'Italia fiera e unita. “E vissero contenti e felici...”

Mi sono sentito di nuovo quel giovanotto, pieno di speranze, che all'uscita per Colle Val d'Elsa della nuova superstrada vendeva anni fa l'Unità insieme ai suoi compagni.

Ma dopo un po' mi sono ripreso, la magia dell'incanto si è affievolita e ho ricominciato ad essere me stesso.

In seguito ho riascoltato diverse volte l'intervento di Roberto Benigni, immaginandomi a dialogare con lui, provando a parare le sue battute.

Forse nessun altro come il Maestro Benigni potrà accendere la nostra fantasia con la bella storia rinascimentale o risorgimentale, ma appena "sobrio" vado ad ascoltare Giorgio Gaber - il mio Profeta preferito.

Le verità prive di un orientamento politico...quelle sue...

Uno della Razza In Estinzione...


E ora mi rivolgo a Lei, Maestro Benigni!

Tutto è provocatoriamente semplice nel Suo racconto sul palcoscenico dell'Ariston.

Io sopprimo il mio primo impulso di contraddirla sullo stesso Suo piano, ma cercherò di rispecchiarmi nella verità “dell'unione e dell'amore” che “rivelano ai popoli le vie del Signore”. E le risponderò con l'aiuto di G.G. (Giorgio Gaber) - il Profeta.

Capisco perfettamente che il Suo brillante esercizio sia spinto dal desiderio di vivere in un Italia migliore, ma il Suo è un nobile tentativo di far passare i Suoi desideri per realtà.

Se un uomo conosce con chiarezza il suo male, qualsiasi esso sia, ha anche la forza per combatterlo”.

Lei sa, quale male ci affligge, Maestro Benigni? Se non lo si conosce, non guariremo mai e cadranno invano i Suoi appelli animati.

Con il Suo discorso Lei vorrebbe unire gli italiani, invece, a mio parere, Lei li divide ancora di più!

“Nostalgici”, come dice Lei, della storia che precedeva il Risorgimento non sono semplicemente nostalgici – portano nel sangue i geni dei giuramenti dei loro padri alle case regnanti.

Chi potrà mai impedire ai "Nostalgici" di rispettare il credo dei propri avi, caduti e fedeli alle loro realtà?

Qual'è la misura che classifichi la valenza dei gridi di battaglia "VIVA L'ITALIA" o “Viva ‘o Rre nuostr!”

“Avanti Savoia!” o “Viva il Papa Re!”, “Viva San Marco!” o "Viva Maria!" - sono voci, sono grida, sono lo spirito impavido e il supremo sacrificio delle singole persone che vanno sempre rispettati da tutti.

Mi ha fatto commuovere il Suo racconto, li ho visti vivi quei giovani, ai quali dobbiamo l'esistenza dell'Italia unita, ma mi fa anche vibrare lo spirito di coloro che questi giovani li avevano combattuti. Per “par condicio” ascoltiamo anche la loro storia:

Maestro Roberto,

non Le sembra che sia abbastanza superficiale definire “fantocci” solamente i pre-risorgimentali, e che il male dell'Italia finì insieme con i loro Regni?

Dice Lei: “nessuno ha scritto dei grandi libri a favore del Risorgimento – chi sa perché?”

E perché non prova a porsi questa domanda e perché non provare a rispondere?

Perché ad esempio quando leggi “Cimitero di Praga” del Maestro Umberto Eco qualche risposta sul "male" che affligge l'Italia ti si forma in testa indipendente dal tuo volere, e rimani stordito:

E voi credete ancora che contino le idee? Ma quali idee...?”

Il Suo raccontare il Risorgimento, Maestro Roberto, è liscio come il testo del libro “Cuore”.

Il Presidente Pertini ha saputo denunciare gli errori e difendere la verità, perché una volta per tutti non provare a fare lo stesso noi?

Prima che i nostri figli perdino fiducia in noi, è fondamentale non mentirgli e smettere di nasconderci nell'ipocrisia.

Se un uomo conosce con chiarezza il suo male, qualsiasi esso sia, ha anche la forza per combatterlo”.

E' evidente che manchino i tasselli nel Suo quadro dell'elogio dell'Unità per essere accettato da tutti... Con questo non voglio dire che sono contro l'Italia unita. Sarei stato contrario, probabilmente, se fossi vissuto 150 anni fa, ma oggi sono categoricamente contro ai giochi pericolosi del secessionismo!

Non credo nella RIVOLUZIONE, credo nell'EVOLUZIONE!

Però, se la verità non sarà detta, alla fine qualcuno riuscirà a manipolare le menti caldi e trascinare il paese in disordini...

Sono tante le ombre sul come è avvenuta l'Unione dell'Italia... Dobbiamo ammettere che nella storia i “Simoni Simonini” erano e sono gli strumenti di menti superiori e forze occulte.

Bisogna ammettere e denunciare il male, e non coprilo in occasione dei festeggiamenti con la cipria.

Non dobbiamo dividere la terra italica in due e posizionare quelli preunitari tra i cattivi, “terrificanti”, e quelli postrisorgimentali tra i beati.

Maestro,Lei dice, "se sei unito – vinci". Ma deve ammettere che qualsiasi unione è forte e duratura quando fatta secondo il libero arbitrio.

Non si può costringere a vivere felice nell'unione, se uno non si sente orgogliosamente napoletano, o sardo, o siciliano, oltre ad essere italiano. L'unità è bella quando tante diversità sono unite volontariamente e si rispettano. Ricordiamoci come si è dissolta l'URSS - un mosaico di popoli di oltre cento diverse nazionalità che si continua a chiamare, erroneamente, la Russia.

Reprimere - reprimere... l'identità vera uscirà fuori sempre.

Mi creda, ai napoletani "accarezza l'orecchio" anche “La Divina Commedia” in "lingua partenopea" e per loro non è per niente ridicolo recitare in napoletano. (Anche il Napoletano e le lingue italo-meridionali, secondo l'Unesco sono da considerarsi lingue separate dall'italiano standard (Toscano) e non dialetti di questo.)

Caro Maestro Benigni,

il Suo racconto sul palcoscenico era come sempre bellissimo e convincente...

Peccato che vi mancavano dei tasselli importanti...

Forse saprà aggiungerli la prossima volta?

Con rispetto e ammirazione

Paolo Francesco Barbaccia Viscardi


Al posto dell'epilogo.

Italia,

ascolta la mia preghiera, è molto importante per tutti noi:

Rivela la tua vergogna

e ti purifichi;

scopri le tue ferite

e sarai guarita,

confessa tutte le tue iniquità

e sarai assolta.

(Teofane il Recluso)

E solo allora sarà possibile dimenticare i vecchi rancori, e solo allora l'Italia non sarà più divisa tra figli e figliastri, e solo allora tutti si sentiranno veramente uguali.

E solo allora sarà possibile festeggiare il nostro stare insieme da tutti.

E solo allora possiamo festeggiare con il cuore alato insieme!

E tu come la pensi?