lunedì 17 gennaio 2011

NON ARRENDERSI , MA FARSI AVANTI



" Non chiedete cosa può fare il Paese per voi

chiedetevi cosa potete fare voi per il paese"...

(    J.F. Kennedy  )


    
 
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S.E. Dott. Giuseppe Torcivia
Cavaliere di Gran Croce di Giustizia dell'Ordine Teutonico della Sovrana Casa di Svevia
Gran Cancelliere Magistrale

Ambasciatore Plenipotenziario Dell'Ordine presso lo stato della Repubblica Italiana

Viviamo in una fase di grande decadenza, indifferenza e mancanza di umanità. In questo mondo dove si sa di morire non ci dovrebbe essere tempo per le continue lotte, litigi, per odiare.

In un mondo in cui nessuno si vergogna più di niente è auspicabile un mondo dove a qualcuno capiti ancora di vergognarsi. Viviamo in un periodo dove tutti i valori sono saltati, inesistenti. Nessuno crede più in niente perché è diffusa la convinzione che non c'è più niente in cui credere. Molti non hanno più ideali, motivazioni, progetti, non hanno passioni, una fede. Ancora più grave è che si avverte nei responsabili della cosa pubblica poca sensibilità per la gente, per i problemi dei cittadini.

Si cerca il successo, il potere, il proprio vuoto interesse, la ricchezza per riempire la propria pochezza, la propria fragilità. Perché cedere al pessimismo, perché lamentarsi soltanto aspettando che tutto crolli?

Non lasciamoci abbattere, occorre prendere coraggio, incoraggiare gli indecisi, rispettare le intelligenze, scegliere i capaci. Ciascuno come è giusto avrà una sua parte, un ruolo nella vita del Paese se scenderà in campo e saprà farsi ascoltare. Poniamo una grande passione civile nelle nostre azioni e sentiamoci orgogliosi degli impegni e delle responsabilità che ne derivano.

Non ci si deve dividere, isolare. L'incomunicabilità, la disperazione, l'auto-emarginazione ci rende soli, fragili, sconfitti. L'unità ci fa superare tutte le difficoltà e ci fa sentire più forti e più sicuri. Occorre che si scuota questo nostro Paese dalla condizione di smarrimento e di sbandamento.

La decadenza, il malcostume imperante non debbono essere alibi per stare fermi alla finestra ad osservare aspettando che altri facciano quello che ciascuno di noi dovrebbe fare. Sarebbe importante, utile, direi necessario tornare a quell'attivismo cattolico e non cattolico, generoso, sentito, onesto che ha avuto un grande ruolo nella costruzione e nello sviluppo della società civile dell'Italia. Bisogna combattere la disaffezione alle cose e sapere prendere coraggiosedecisioni.

L'avvenire è di coloro che non sono disillusi; è delle persone di buoni sentimenti e soprattutto di coloro che credono prima di tutto in loro stessi.

Don Milani ripeteva dire: "a che servono le mani pulite se si tengono in tasca". Occorre poco perché il male trionfi basta che gli onesti, i buoni, le persone perbene non facciano niente e che i più di fronte ai problemi, alle ingiustizie, alle sopraffazioni si girano dall'altra parte.

La partecipazione, la volontà di fare, il forte interesse per il bene pubblico da parte dei più vincono sul generale pessimismo;cercare di essere attori principali di ciò in cui si crede e che si vuole costruire.

Non attendere ma farsi avanti, guardare lontano e mettersi al lavoro questa è la medicina. In questo mondo c'è molto più da fare che da pensare. Io credo che se un uomo ha veramente una fede, la sua vita avrà sempre una ragione di essere e ci sarà sempre un futuro per coloro che pensano al futuro.

" Un uomo vale per quello che lascia dietro di se "

domenica 2 gennaio 2011

"Che il Nuovo Anno sia un anno di pace..."

Il Capodanno non impedisce alla violenza di colpire: la pazzia fanatica e l'ossessione religiosa non riposa per le feste - anzi, colpisce nel momento solenne e festeggia la vittoria della vendetta e la punizione degli infedeli "cristiani".
Oggi abbiamo sentito l'indignazione umana del Santo Padre contro le discriminazioni, le intolleranze religiose, i “soprusi che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani”, il suo appello ai responsabili delle Nazioni di difendere i cristiani.

E oggi stesso l'Imam, uno degli esponenti di spicco del mondo islamico, critica e respinge l'intervento del Papa per «una visione sbilanciata su musulmani e cristiani che rischiano di essere uccisi in tutto il mondo».
E' giusta però la richiesta del Pontefice, è giusto l'intervento del Presidente Napolitano, è giusto l'appello del direttore di Avvenire Marco Tarquinio, è incoraggiante l'impegno del Ministro Franco Frattini e di altri esponenti del governo e del parlamento per sollevare la questione senza più esitazione al livello dei governi mondiali.

"Occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle nazioni» - non è possibile di osservare in silenzio l'avanzare della violenza religiosa contro i cristiani.


Dopo il mio breve messaggio, vorrei lasciarvi con la lettera natalizia giunta a noi in ritardo per motivi tecnici da uno dei nostri Padri Spirituali e Cappellano Prelato dell'Ordine Teutonico della Sovrana Casa di Svevia, Mons. Giovanni Bernardo Gremoli, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, vescovo titolare di Masuccaba, già Vicario apostolico di Arabia.
Mons. Bernardo Gremoli, da 30 anni fu Pastore infaticabile della Comunità cattolica di Arabia. "La Chiesa universale gli è oltremodo obbligata per lo zelo che ha contraddistinto la sua azione pastorale".
Monsignor Giovanni Bernardo Gremoli era da sempre molto preoccupato per i rapporti tra mondo islamico e Occidente. Anche perché lui è stato testimone del fatto che una convivenza tra musulmani e cristiani è possibile anche in quella che è considerata la culla dell’islam. Nelle sue interviste Mons. Gremoli racconta di non aver mai registrato contrasti nazionali e religiosi. «L’Islam che io vivo è un Islam equilibrato e comprensivo», aggiungendo però che ci vuole tanta pazienza e che lui aveva “ingoiato anche tanti bocconi amari”.
Tuttavia non si pronuncia per il possibile scontro delle civiltà, ma afferma che "certamente l’Islam sta diffondendosi rapidamente in tutto il mondo, compreso nel mondo cristiano». E che "bisogna essere realisti e tener presente i Paesi in cui le autorità sono pressate dalle frange più fanatiche». "La situazione... è sempre molto delicata, perché il fanatismo è fortissimo e le stesse autorità politiche devono stare molto attente".

Ecco perché ognuno di noi deve aggiungere la propria voce agli appelli verso i Governi delle Nazioni del Mondo, sostenendo così i cristiani esposti e sottoposti alle violenze religiose.

P.pe Paolo Francesco Barbaccia Viscardi,

il Gran Maestro del Sovrano Ordine Militare ed Ospitaliero di Santa Maria di Gerusalemme Teutonico



Vescovo S.E. Rev.ma Mons. Giovanni Bernardo Gremoli
Cappellano Prelato
dell'Ordine Teutonico Dinastico

Natale 2010 – 12 – 15

Egregio Principe Paolo Francesco Barbaccia, nell’imminenza delle feste natalizie, sono lieto di inviarLe i miei più sentiti auguri. Che il nostro Redentore voglia illuminarci del Suo amore e della Sua gioia nella abbondanza delle Sue Grazie e Benedizioni, che estendo a Lei, la Sua Famiglia e a tutte le Dame e i Cavalieri del Sovrano Ordine Militare di Santa Maria di Gerusalemme Teutonico Dinastico di Svevia.

Che il Nuovo Anno sia un anno di pace, serenità e buona salute per tutti, illuminati dal messaggio del Santo Natale

Durante queste solenni festività, non mancherò ricordare nelle mie preghiere Sua Altezza. La Sua Famiglia e tutti i membri dell’Ordine teutonico

Con la mia benedizione invio a tutti i miei più sentiti auguri.

+ Bernardo G. Gremoli.