venerdì 7 agosto 2009

"La Voce della Toscana" a nome della comunità georgiana della Toscana

Poggibonsi, 14 agosto 2008.
















LEZIONI DI GUERRA - RIFLESSIONI SULL'ACCADUTO

Oggi è un anno dall'inizio del conflitto militare tra la Russia e la Georgia.
Che cosa realmente sia successo e stia accadendo da decenni in questa regione martoriata dai conflitti etno-religiosi e territoriali? Si sa bene che la guerra non viene combattuta da una parte sola, quindi invece di indagare chi fosse ad iniziare l'intervento militare, dobbiamo andare alle radici della contrapposizione. Innanzi tutto dobbiamo sfatare il mito che il conflitto in questa regione sia nato nel 1991 dopo la caduta dell'Unione Sovietica.
La Georgia fu fondata come stato indipendente e democratico nel 1918 il 26 Maggio dopo essersi distaccata dalla Russia Bolscevica del dopo-zarismo. Il Pre-accordo dell'indipendenza consisteva nella neutralità della Georgia (in Georgia si trovavano le truppe tedesche e inglesi che garantivano l'indipendenza della neonata repubblica democratica del Caucaso). La Georgia acconsentì la richiesta della Russia e liberò il territorio dalle truppe straniere, ma dal 1920 la Russia Bolscevica iniziò l'invasione della Repubblica democratica della Georgia che finì il 25 febbraio del 1921 con l'entrata dell'Armata Rossa in Tbilisi.
Krusciov nelle sue memorie scriveva sull'invasione del'21 ricordando come i cittadini guardavano l'armata rossa invadere il loro paese: “la popolazione georgiana ci guardava con tanto odio”, come pure è conosciuto un altro detto di Krusciov: “Voi georgiani in realtà sotto la maglia rossa indossate la maglia bianca" (in chiaro riferimento al movimento “menscevico”).
L'Impero Russo zarista non esisteva più sostituendosi con l'Impero Russo Sovietico. E proprio lo stesso meccanismo imperialista muoveva prima e muove oggi le azioni degli uomini del potere sovietico e post-sovietico.
I movimenti separatisti sullo spazio ex-sovietico delle repubbliche indipendenti si sono alimentati e sono aiutati in vari modi da servizi russi e rappresentano una forma di controllo e d'influenza della Russia sui suoi ex domini all'interno della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) ed oltre.
La Russia utilizza la questione dell'energia come una delle leve per manipolare gli eventi politico-sociali in Georgia e nell'Europa e fa di tutto per rimanere il fornitore di gas e petrolio esclusivo e dominante.
Per impedire che la Georgia possa rinvigorirsi e riprendere lo sviluppo industriale, la Russia fa di tutto per impedire che alcun gasdotto passi per il territorio georgiano.
L'accordo tra l'Eni e Gazprom del 6 del agosto scorso sul gasdotto "South Stream" sì converrà all'Italia per ripararsi dalle possibili crisi del gas nel futuro, ma vorremmo ricordare al Governo Italiano un vecchio detto di "non metter le uova sotto una gallina". Da qui è un fatto positivo l'accordo sul gas con l'Algeria. Ma prima che l'Italia riesca ad uscire dall'alta dipendenza energetica estera, bisogna riflettere sulla possibile alternativa al gas russo, bisogna cercare altre "galline" per le uova.
Torniamo alle origini del conflitto militare russo-georgiano dell'agosto scorso e per questo andiamo con le memorie negli anni lontani quando allora il presidente georgiano Shevardnadze scampò per miracolo ad un gravissimo attentato, ferendosi in modo abbastanza serio. Il presidente russo Boris Eltstyn si è complimentato con il presidente georgiano, però durante il colloquio telefonico prima di salutarsi, si rivolse a Shevardnadze con le parole: “smettete di fare gli accordi inerenti all'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan perché quel oleodotto deve passare sul territorio russo (la costruzione dell'oleodotto fu iniziata nel 1995 con l'inaugurazione dell'esso nel giorno del 13 Luglio 2006, gas del Mar Caspio passa sul territorio georgiano fino alle coste del Mar Mediterraneo). Bisogna notare inoltre che la Georgia che dipendeva completamente dai combustibili russi, riusci di passare anche a quelli di Azerbaigian, liberandosi dal totale dominio del Gazprom sulla propria energia e uscendo dal buio nel senso diretto.
Arrivando alla questione di influenza internazionale della Russia, soffermiamoci sul fatto come con il proprio veto all'Organizzazione delle Nazioni Unite la Russia impedì la presenza dei caschi blu e quelli degli osservatori dell'OCSE in Georgia, entrando sui territori contestati sotto la veste degli osservatori della pace con la promessa di far tornare i profughi di etnia georgiana nelle proprie case. Niente di tutto ciò, passavano gli anni mentre stranamente proprio lì alla popolazione locale sul suolo georgiano distribuivano i passaporti russi e come per miracolo proprio "la difesa dei cittadini russi sul territorio georgiano" divenne il pretesto dell'intervento militare da parte della Russia nell'anno scorso.
Nel febbraio 2007 nel suo discorso l'ambasciatore della Russia in Georgia disse: la Russia vuole vedere la Georgia indipendente, territorialmente integra e neutrale (la stessa condizione richiesta nel lontano 1921 alla repubblica democratica della Georgia).
La Georgia post-sovietica scelse la via democratica di sviluppo e per cui, interferendo sulla sua integrità territoriale, aiutando, alimentando lo scisma e il separatismo, la stessa Grande Russia influisce di nuovo sull'indipendenza della nuova Georgia.
Non volendo che la confinante Georgia seguisse il percorso occidentale, la Russia cerca di mettere i bastoni fra le ruote per impedire la prosperità e il benessere della sua vicina riottosa. Però sono sempre di più i paesi che scelgono una via democratica di vita e la Russia sta perdendo i colpi e gli amici, basta nominare l'alleato più fidato come la Biellorussia che non ha voluto riconoscere le repubbliche separatiste-marionette della Russia e farlo erano le uniche la Russia stessa e la Nicaragua (UE si è complimentata sulle aperture democratiche della Bielorussia verso la stampa locale).
Cosa possiamo dire in conclusione di questa riflessione sull'accaduto nel agosto del 2009 sul territorio della sovrana Georgia?
Con un intervento quasi tempestivo della Francia e del suo Presidente Nocolas Sarcozy, allora Presidente UE di turno, fu evitato il peggio, fu impedito per un pelo lo scenario del lontano 1921 dell'annessione della Georgia alla Russia. Però il piano di ritiro delle truppe russe non viene rispettato e i territori occupati si dichiarano indipendenti. La Georgia vede il suo territorio occupato di un quarto e bussa alle porte dell'Europa per una giustizia per la sua sovranità.
Ma prima di tutto i georgiani attendono dall'Europa con tanta speranza ogni passo progressivo per l'incremento della loro economia, mentre per l'Europa l'investimento anche nella costruzione del gasdotto Nabucco significherebbe uscire dalla dipendenza drastica dal petrolio russo. La Russia sarà costretta a trattare con il mondo in modo diverso come fece con la Georgia l'anno scorso perché è anche negli interessi suoi di fare commercio e di riuscire a superare la crisi economica che rende la vita della popolazione russa estremamente difficile.
Il russo detto è chiaro "Se vuoi la pace, fai i preparativi per la guerra", ma anche l'Europa deve essere chiara con la Russia perché oggi l'ideologia "dividi e impera" diventa sempre più pericolosa - bisogna fare di tutto per conservare una pace giusta, ma non a tutti i costi.
Che le vite umane spezzati nei conflitti militari, anche in quello di agosto scorso, sia da parte georgiana che da parte russa, non siano svanite nel dimenticatoio e non li si aggiungano altre vittime delle guerre dove non ci saranno mai i vinti e i vincitori.
Riflessione, raccoglimento nella preghiera per le loro anime, ma anche per un domani più sicuro che prima.
Però a tutte le riflessioni si aggiunge un altra:... il gasdotto Nabucco insieme al gasdotto Southstream fornirà l'energia all'Europa, ma tutti e due passeranno per la Turchia che un giorno presenterà il conto ai destinatari...


Il movimento "La Voce della Toscana" a nome della comunità georgiana della Toscana.

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