sabato 27 settembre 2008

Disco orario all'ospedale - un colpo basso del Comune a tutti gli abitanti della Valdelsa

Per quanto malumore ha provocato a Poggibonsi e dintorni la notizia sull'imminente introduzione del disco orario presso il parcheggio dell'Ospedale Campostaggia e del Pronto Soccorso, che se un Assessore-autore di tale proposta li capitasse davanti, avrebbe potuto sentire e risentire l'indignazione e offesa dei cittadini scontenti e arrabbiati.

Fino a quando è possibile di opprimere il proprio cittadino, così magnanimo e paziente con il Comune. Come potrebbe spiegare l'Amministrazione municipale l'introduzione di una regola che sarà conveniente solamente e esclusivamente al Comune, mentre il "popolo sovrano" dovrà subire un ulteriore angheria e tutto questo nel posto dove tutti, sia amministratori che semplici cittadini diventano ugualmente vulnerabili e indifesi. Al limite, il cittadino dovrà avere al meno una scelta, un'alternativa di mettere la macchina o sul parcheggio gratuito, o sul quello a pagamento, ma nessun Comune dovrà infliggere a una persona che si sente già a disaggio per i problemi di salute di stare in ansia per non essere multato.
Con questa ennesima regola antipopolare dell'attuale amministrazione, se mai sarà introdotta, il Comune supererà se stesso nel cercare di autofinanziarsi (è evidente che tutto ciò sia una mera questione di bilancio dovuta anche a tanti sprechi nella gestione) perché è certo fin dall'inizio che vi saranno innumerevoli casi quando o malato, o i parenti, pieni di preoccupazioni riguardanti le situazioni di salute, avranno dimenticato del disco orario e diventeranno una vera i propria preda delle multe. E' un colpo basso del Comune a tutti gli abitanti della Valdelsa perché l'ospedale, mica è un night club dove andare a cercare la sorgente finanziaria per multare la clientela relativamente spensierata e distratta per motivi ben diversi...?
Il Movimento "La Voce Della Toscana" si schiera da parte dei Valdelsani indignati e dichiara che l'introduzione del disco orario presso i parcheggi dell'Ospedale Campostaggia e del Pronto Soccorso nel modo proposto è un atto anticostituzionale e antidemocratico e che farà un ricorso al TAR per abolire o modificare tale norma.

Paolo Francesco Barbaccia, promotore del movimento "LA VOCE DELLA TOSCANA"

MALASANITA' - Scambio di flebo in un reparto dell'Ospedale di Campostaggia


















LA NAZIONE
SABATO 27 SETTEMBRE
2008
VIII CRONACA SIENA
Nota.: la lettera originale è pubblicata
sul post del 25.09.2008, intitolato:
"Cara Infermiera, ti scrivo..." o "Divieto di sbagliare"

giovedì 25 settembre 2008

"Cara Infermiera, ti scrivo..." o "Divieto di sbagliare"

Un estratto dalla lettera aperta della signora appena operata alla colecisti nell'Ospedale di Campostaggia Valdelsa a tutti gli operatori sanitari.

"Oggi durante la trasmissione Forum è stata pronunciata la seguente frase -"ma perché in Italia tutti chiedono subito il risarcimento danni invece di parlare e chiarirsi in modo pacifico e umano?" Vorrei proprio parlarne e chiarire le cose in modo umano.
Per fortuna, nel mio caso un danno non c'è stato, al meno credo.
Ma comincio dall'inizio.
Non ho esitato un attimo di scegliere l'ospedale di Poggibonsi per la mia eventuale operazione. Ho avuto il modo di apprezzare l'ambiente prima e questo luogo mi ha dato fiducia in tutti i sensi.
Però se anche non sono superstiziosa, la data 13 di settembre scelta per l'operazione mi ha suscitato una piccola ansia. Quando ho visto però che mi hanno disegnato la camera numero 17, quel involuto pensiero è tornato a frullare per la testa: "Ma in somma, che cosa mi deve capitare a causa di questi due numeri poco gradevoli?"
Ripeto, non sono superstiziosa, ma quando aspetti di essere chiamata per un intervento chirurgico, per qualche attimo puoi anche cedere davanti alle legittime ansie e paure.
Comunque l'operazione è andata in modo soddisfacente e il futuro prometteva di tornare sereno.
Il giorno dopo l'operazione, la mattina ero a fare le abituali procedure prescritte. L'antibiotico mi è stato già trasfuso, e da mezzora aspettavo che sgocciolasse la seconda flebo per proseguire con la terza in attesa. Il mio sguardo vagava per la stanza. Ogni tanto scambiavo qualche parola con mio marito e con la signora, mia vicina di stanza, rimasta questa mattina stranamente senza trasfusione. Alla domanda posta all'Infermiera a proposito delle flebo per lei, ha ricevuto una risposta-"Per Lei oggi - niente".
Quando il mio sguardo per qualche secondo si è fermato sul flacone capovolto della flebo, all'inizio non ho percepito bene che il 17/1 non fosse il mio numero di letto. Ma quando in seguito, sotto il numero sono riuscita a leggere il cognome capovolto, e non era mio, ma quello della mia vicina di stanza, ancora non credula sono riuscita a pronunciare: "Questa flebo non è mia!" Non erano i miei nemmeno altri 0,5 litri di sostanza che aspettava il suo turno sul mio comodino.
Ho chiamato l'imfermieria, dicendo che mi stanno trasfondendo la flebo altrui.
Cosi pochi minuti dopo tutte e due sostanze si sono traslocate dal mio comodino sul quello della signora F. e nella sua vena.
Abbiamo tutti fatto finta che non fosse successo niente: non c'erano vittime, danni evidenti, conseguenze immediati. E spero che quelle sostanze mimetiche, come le hanno chiamati, non erano nocive per me.
Ma il fatto sempre grave rimane e non lo si può negare: mi hanno somministrato la sostanza non destinata a me.
Quando il terzo giorno non mi hanno fatto l'antibiotico, ma il quarto giorno invece "sì", ho capito che qualcosa non andava. Suppongo che ciò è stato dovuto ad una distrazione, ad una stanchezza di una persona sola che dopo quel giorno non l'ho vista più, come non sono più accadute sorprese spiacevoli.
Non voglio un risarcimento perché spero di non aver subito un danno irreversibile dalla flebo sbagliata, ma dire un'altra volta per quanto è importante di essere estremamente attenti quando si tratta della salute e della vita, lo voglio fare "sì". Altrimenti né indagini, né tribunali, né autopsie non potranno risarcire una vita persa o invalidata.
Segnalando questo sbaglio che poteva essere anche fatale, non ho esitato ad esprimere ai medici anche la mia gratitudine per quanto stanno facendo per i malati.
Il Reparto di Chirurgia Generale e tutte le persone di questo reparto lavorano come i membri d'orchestra. Lo Staff infermieristico è una squadra dei professionisti e sono le persone cordiali e caritatevoli.
Si dice "che non fa niente-non sbaglia mai". E' proprio così. Ed è per questo che mi muove una semplice compassione umana verso l'infermiera sbadata che poteva essere una causa della disgrazia per me e la mia famiglia, ma per fortuna non è successo niente.
Cara Infermiera, cerchi di non sbagliare! E' estremamente difficile lavorare nel Suo ambiente, ma Lei, come i Suoi colleghi, come i medici, non potete sbagliare, non dovete sbagliare! La nostra vita e quella dei nostri cari dipende da voi!"